Realizziamo video clip musicali a Brescia, come nostra città di riferimento, ma possiamo effettuare riprese in tutta Italia e all'estero (Svizzera, Francia, Austria e Slovenia).
Abbiamo iniziato operando 10 anni fa in Emilia Romagna, spostandoci in seguito in Lombardia. L’attrezzatura a disposizione, di ottimo livello, ci consente di fare riprese di alta qualità alla vostra band.
Il videoclip (in Italia detto anche come video musicale) è un filmato scenografato, a volte coreografato e prodotto per promuovere una canzone. Dalle sue origini fino alla nascita della tv a colori (in Italia nel 1978) i videoclip erano chiamati filmati cine-musicali. Il termine muta in video-musicali proprio con l'avvento del magnetico che caratterizza molte emittenti televisive nate a inizio anni ottanta.
Nato dalle sperimentazioni anni 30 di artisti come Oskar Fischinger e Norman McLaren ed evolutosi dai musical americani di quegli anni (si pensi ai video di Madonna “Material Girl”), il videoclip si è evoluto fino ai nostri giorni sperimentando tecniche ed estetiche, in parallelo con il “fratellone” cinematografico.
I Beatles sono i primi ad avvertire la necessità di produrre video per far fronte alla grandissima richiesta di esibizioni live. I primi lavori in questo campo sono principalmente promo clip (“A hard day’s night” e “Help!”), girati per promuovere i nuovi dischi della band.
Durante il decennio successivo, la trasmissione televisiva Top of the Pops porta ulteriore notorietà a questa forma d’arte: ormai è chiaro che ogni gruppo deve apparire anche sotto forma video.
I primi a capire il trend del momendo sono David Bowie (con il promo di “Ashes to Ashes”), gli Who con “Tommy” e i Queen con il loro storico “Bohemian Rapsody”. Thriller di Michael Jackson nel 1983, fu studiato e girato come un vero film dal regista John Landis.
Con “Video Killed the Radio Star”, Mtv apre la nuova era rivoluzionando il mondo della videomusica.
Negli anni 80 la forma video si evolve verso un maggior astrattismo, portando in alcuni casi alla totale scomparsa della figura del frontman o della band all’interno del video (Bruce Springsteen, “Atlantic City”).
Dagli anni 90 si assiste all’imporsi di una nuova percezione della figura del regista, ora assunto ad autore, grazie alla quale acquista maggior autorevolezza e (per i grandi nomi) la possibilità di mantenere un preciso registro formale. Son di questi anni i grandi nomi del video, da Chris Cunningham e Gondry, a Romanek e Glazer, da Jonze a Corbijn).
Internet cambia drasticamente le carte in tavola, ed anche il settore videomusicale viene violentemente sconvolto. Complice una democraticizzazione delle tecnologie e l'accesso ai canali online, i produttori si affidano sempre più a collettivi o gruppi di videomaker, e sempre più spesso i grossi budget dell’industria del decennio precedente vedono un forte ridimensionamento.
La forza di un video diventa l’idea di base: il concetto torna a farla da padrone, e si creano così videoclip con semplici tecniche ma forti idee realizzative.
L’inventore del videoclip in Italia è Tullio Piacentini. I suoi tre film “008 Operazione ritmo”, “Viale della canzone” e “Questi pazzi, pazzi italiani” presentavano una raccolta di numerosi videoclip, intervallati da barzellette animate.
Piacentini produsse anche il primo programma televisivo di lancio dei videoclip e dei relativi cantanti: Passeggiando per Subiaco, 1967. Ma la trasmissione italiana che per prima ha raccontato l’arte dei videoclip come forma espressiva tout court è “Mister Fantasy”, trasmessa da Rai Uno dal maggio 1981 al luglio 1984; era un rotocalco televisivo dedicato alla musica rock, e ai videoclip per come li conoscevamo appena prima del lancio di MTV.
Si vedano i lavori di Chris Cunningham, emblematiche metafore della depersonalizzazione della società contemporanea, che spesso acquistano dignità indipendente dalla canzone per cui sono state prodotte. Cunningham, non a caso, ha prodotto anche Flex, un cortometraggio le cui still sono state acquistate da collezioni e musei.
Attraverso un video, un musicista racconta il mondo che gira attorno a lui, esprime sè stesso, la sua essenza come uomo e come artista. Per questo ogni video che realizziamo è assolutamente unico e originale, lontano da qualsiasi clichè.
La promozione attraverso i social e i nuovi media è la naturale conseguenza, per veicolare il proprio messaggio e raggiungere il pubblico di riferimento.
Insomma, tutto è concesso nel nome della creatività!
Oggi siamo ben lontani dai tempi di Videomusic, Tmc2 o Mtv, e la Tv, specialmente in ambito musicale, è obsoleta.
Ma i videoclip sono sopravvissuti alla morte della Tv musicale: evolvendosi, hanno trovato spazio in nuovi media e sono sempre più una nuova forma d’arte, diventando ancora più importanti di un tempo.
Siamo attualmente in un periodo di forte ibridizzazione delle tecniche, in cui grazie a una conoscenza storica della materia e ad una continua pratica sul campo, il videomaker può sfornare degli ottimi prodotti senza scomodare i giganti budget che hanno caratterizzato le decadi precedenti.
Ogni videoclip ha un’anima e un’estetica molto diverse, ma le fasi di lavoro possono essere così riassunte:
Ultimo trend in fatto di animazione musicale è il Lyric Video, ovvero un videoclip musicale creato con animazioni dei testi. Ha mediamente un costo inferiore rispetto ai videoclip ufficiali e viene utilizzato spesso come lancio preliminare della canzone, a volte addirittura introduttivo a un official video. I primi lyric video sono “Sign o’ the Times” di Prince del 1987 e “Praying for Time” di George Michael del 1990.